Per fare leva sulla consueta emotività – e quasi totale mancanza di conoscenza della materia – di cittadini e larga parte della classe politica, li avevano al solito ribattezzati “emendamenti sparatutto”. In realtà si trattava soprattutto di chiarimenti e semplificazioni, appunto, destinati a risolvere motivi di contenzioso in ambito di regolamentazione venatoria.
Così adesso Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF – tutte a buon titolo non più associazioni ambientaliste ma dichiaratamente animaliste – possono esultare per il ritiro degli emendamenti che erano stati presentati al Senato dalla Lega in sede di conversione del decreto-legge “Semplificazioni”.
Cosa ci sia da essere soddisfatti per non aver consentito di chiarire a livello nazionale la ormai annosa questione dell’annotazione sul tesserino dei capi abbattuti o dell’impiego di personale formato sotto il controllo delle pubbliche amministrazioni per le operazioni di contenimento della fauna invasiva – leggi soprattutto cinghiali che continuano a provocare danni all’agricoltura, incidenti e morti – vorremmo essere in grado di capirlo anche noi e ci piacerebbe lo spiegassero ai cittadini, invece di nascondersi dietro trionfalistici comunicati da salvatori della Patria.
Ma ovviamente se ne guardano bene, non avendo argomenti che non siano le solite ragioni emotive e il consueto spauracchio di infrazioni europee mai realizzatisi in campo venatorio, mentre bene altra storia – ma questo se ne guardano bene dal dirlo – si ha in materia ambientale.
E noi – cittadini, prima che cacciatori – intanto continuiamo a pagare il conto di un animalismo senza senso e senza logica.
Roma, 22 gennaio 2019 – Federazione Italiana della Caccia