PRIME VALUTAZIONI SUL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE

 

Consiglio Regionale della Sicilia 

FEDERCACCIA SICILIA. PRIME VALUTAZIONI SUL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE

Federcaccia Sicilia e l’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali di Federcaccia Nazionale, dopo aver preso visione del Decreto Assessorile n. 37 della Regione Siciliana a firma dell’Assessore Antonino Scilla e dell’allegato “A” contenente le disposizioni di Calendario Venatorio 2021-2022, esprimono il loro apprezzamento per le diverse motivazioni tecnico-scientifiche inserite a supporto delle scelte adottate. Nello stesso tempo tuttavia, trovano non condivisibili alcuni aspetti che pertanto chiedono di modificare. Nel dettaglio:

  1. La data di chiusura al Colombaccio al 20 Gennaio non è corretta in relazione al rispetto dell’arco temporale.
  2. L’apertura della caccia alla Quaglia il 20 Settembre invece del 19 non ha supporto scientifico.
  3. La data di chiusura della Quaglia al 31 Ottobre è eccessivamente penalizzante. Questa può essere portata al 30 Novembre, come adottato da anni dalla Regione Calabria, che ha vinto i ricorsi sul punto.
  4. Non si comprende per quale motivo la caccia alla Volpe apra il 2 Ottobre invece del 19 Settembre. Sono infatti possibili incontri con la specie durante la caccia vagante generica e anche da appostamento.
  5. La chiusura della caccia al Tordo Bottaccio e alla Cesena al 20 Gennaio non si concilia con quella del Sassello al 31 Gennaio poiché le tre le specie cominciano la migrazione prenuziale nella terza decade di Gennaio come da parere ISPRA.
  6. La data di chiusura della caccia agli uccelli acquatici può essere portata al 31 Gennaio. Tale disposizione non è mai stata impugnata negli anni in cui era valida. Anche su questo punto la scrivente Federazione ha fornito alla Regione Siciliana tutte le argomentazioni e i dati tecnico-scientifici a supporto.
  7. La data di chiusura della Beccaccia può essere portata a fine Gennaio.

Una nota particolare sulla Tortora. Per questa specie si suggerisce di seguire le indicazioni della Commissione, presentate nella lettera del MITE Prot. 79230 che stabiliscono in modo chiaro come procedere per l’autorizzazione della caccia alla specie nella stagione 2021.

È necessario che la Regione Sicilia predisponga inoltre una scheda di prelievo per la sola Tortora da riconsegnare alla stessa immediatamente, anche per via telematica, dopo le giornate di preapertura.

La scrivente Associazione, insieme all’Ufficio Studi e Ricerche ha inviato all’Assessore Scilla una riservata con la quale motiva quanto sopra esposto.

Siamo ovviamente a disposizione per la stesura delle argomentazioni a supporto delle proposte sopra descritte.

Federcaccia Sicilia – Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali

 

 

FIDC, lettera aperta all’Assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla

Al Dott. Toni Scilla

Assessore Regionale dell’Agricoltura,

dello Sviluppo Rurale e della Pesca

PALERMO

Preg. mo Assessore,

nel congratularci per il Suo nuovo incarico abbiamo pensato, come Consiglio Regionale della Federazione Italiana della Caccia della Sicilia, di comunicare con Lei per la prima volta, visti i periodi poco favorevoli in cui versa il nostro Paese , mediante questa lettera aperta.

Lo facciamo non con l’intento di chiedere cose fuori dal seminato né tantomeno per metterla in difficoltà dopo appena pochi giorni dal Suo incarico di Assessore Regionale anche per il settore Caccia.

Le scriviamo per intraprendere assieme a Lei, se lo riterrà opportuno, un percorso che possa permettere di iniziare a lavorare in sinergia anche con le altre Associazioni Venatorie presenti.

La nostra Associazione è impegnata da anni mediante il proprio Ufficio Nazionale denominato “Studi e ricerche faunistiche ed agro ambientali” ad intraprendere numerose iniziative su tutto il territorio nazionale, mirate alla ricerca scientifica e all’approccio tecnico nella gestione della caccia. Per questo da anni in molte regioni italiane si avvalgono della nostra collaborazione nel momento di stilare i Calendari Venatori e in generale per i provvedimenti in materia, ad esempio Piani faunistico-venatori.

In Sicilia abbiamo negli ultimi anni collaborato con il Suo Assessorato preparando il Progetto sul censimento del Coniglio selvatico, realizzando, in collaborazione anche con l’Università di Palermo, dei Corsi preparatori al monitoraggio notturno e prelievo sperimentale della Lepre Italica che da cinque anni portiamo avanti e che ha consentito la ripresa della caccia alla specie in Sicilia, dopo molti anni di divieto. Riteniamo utile e importante ampliare questo progetto con Lei e rifare nuovi corsi per estendere ad altri cacciatori siciliani l’azione di monitoraggio e di conseguenza la possibilità di prelievo della specie. 

Per prima cosa La invitiamo a convocare anche in video conferenza il Comitato Faunistico Venatorio Regionale per preparare, urgentemente, il Calendario Venatorio per la prossima annata ed inviarlo all’ISPRA per il parere di rito.

Nell’annata venatoria che si va a chiudere i Cacciatori Siciliani non hanno potuto praticare di continuo l’attività venatoria sia per i divieti relativi alla pandemia che per i continui risorsi al Calendario Venatorio che hanno causato diverse sospensioni ma che con l’ultima sentenza del 18/12/2020 il C.G.A. Sicilia, relativamente alla caccia al Coniglio selvatico, non ha rilevato alcun vincolo particolare non attuato dalla Regione Sicilia relativamente al parere ISPRA che potesse determinare una drastica sospensione dei prelievi del suddetto selvatico.

Per quanto sopra riferito, La invitiamo, infine, se possibile, a trovare una formula di ristoro verso i Cacciatori Siciliani in modo da alleggerire il peso delle varie Tasse che versiamo. E’ nostra intenzione di affrontare con Lei tante altre tematiche e di poterle discutere anche in occasione della prossima riunione di Comitato Regionale.

Grati per l’attenzione che ci ha prestato, cogliamo l’occasione per rinnovare gli auguri di buon lavoro.

Il Presidente

Giuseppe La Russa

LA COMMISSIONE EUROPEA RISPONDE SULLA DEFINIZIONE DI CACCIA COME “ECCEZIONE” ALLA DIRETTIVA

LA COMMISSIONE EUROPEA RISPONDE SULLA DEFINIZIONE DI CACCIA COME “ECCEZIONE” ALLA DIRETTIVA

Roma, 21 novembre 2020 – Lo scorso 6 ottobre i Parlamentari Europei Dreosto, Casanova, Lancini, Da Re e Tovaglieri hanno presentato un’interrogazione con risposta scritta alla Commissione Europea riguardante la definizione di caccia come “eccezione” al regime di protezione della Direttiva, che la Commissione ha utilizzato in diverse occasioni, mentre la stessa attività è prevista in molti articoli del testo ufficiale della direttiva stessa.

Questa interpretazione a giudizio dei deputati, ma anche di Federcaccia, influenza le posizioni che la Commissione Europea prende quando si tratta di caccia.

  • arrivata nella giornata di ieri, 20 novembre, la risposta, che consideriamo positiva, poiché il termine “eccezione” non compare più e il riferimento alla sentenza della Corte di Giustizia citato riguarda appunto un pronunciamento in cui sono stati ritenuti paritari gli obbiettivi di protezione con le esigenze ecologiche, scientifiche, culturali e ricreative, quindi le esigenze dell’uomo.

Il giudizio favorevole è supportato anche dal fatto che l’articolo 5, che determina il regime di protezione, comincia proprio con la frase “fatti salvi gli articoli 7 e 9”, che disciplinano il primo la caccia e il secondo le deroghe.

Un altro quesito sull’importanza delle azioni sugli habitat per le specie in declino ha trovato risposta nella Commissione Europea, che conferma i Piani d’Azione e la gestione adattativa dei prelievi come gli strumenti idonei a stabilire iniziative sugli habitat e gestire il prelievo venatorio.

Non è quindi un dogma che le specie in declino non debbano essere cacciate, a differenza di quanto continuamente proposto dalle associazioni protezionistiche, in particolare in Italia, ma una scelta da fondare su dati e gestione dei prelievi e degli habitat.

 

 

 

 

 

 

Ufficio Sudi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali

 

DPCM 3 NOVEMBRE – FEDERCACCIA CHIEDE UN CONFRONTO AL GOVERNO.

UN CONFRONTO RISPETTOSO MA SENZA CEDIMENTI

Responsabilità e rispetto istituzionale non siano scambiate per acquiescenza. Federcaccia prosegue sulla strada di un confronto con il Governo per il riconoscimento delle proprie peculiarità e competenze. Anche al servizio del Paese

Roma, 17 novembre 2020 – Anche prendendo le distanze da atteggiamenti negazionisti o esclusivamente autoreferenziali, è indubbio che si fatica a comprendere il senso delle prescrizioni che colpiscono il mondo venatorio, soprattutto alla luce di un ben diverso metro di misura per altre attività afferenti alla sfera del tempo libero praticate nelle zone arancio e rosse.

Ricordiamo ancora una volta che la caccia si pratica in ampi spazi aperti, lontano da aree abitate e antropizzate, la maggior parte delle volte in forma singola o con un numero di persone tale da poter mantenere, proprio perché all’aperto, una distanza interpersonale largamente superiore a quella che viene consigliata da tutti i protocolli. Una attività a contatto della natura, che permette anche di mantenere in chi la pratica quell’equilibrio psico-fisico così importante in questi momenti di tensione e pressione emotiva causati dalla privazione di tante altre abitudini. Un malessere diffuso di cui giustamente lo stesso Governo si preoccupa per tutti i cittadini. O meglio, per quasi tutti.

Non è quindi accettabile che la risposta governativa alla richiesta di chiarimenti, sollecitata da noi e da altri, in merito ai dubbi sollevati dall’ultimo Dpcm in tema di attività venatoria e spostamenti si sia limitata a un laconico “è permessa” o “è vietata”.

Riteniamo nostro diritto di cittadini – e lo abbiamo chiesto con una lettera inviata al Presidente del Consiglio, ai Ministri competenti e al Presidente della Conferenza Stato Regioni – sapere se la risposta fornita è frutto di motivazioni tecnico scientifiche, che vorremmo allora conoscere. Se invece nasce dal fatto che, preso in tante diverse e tutte importanti incombenze, il Governo non ha avuto il tempo di approfondire la questione, riteniamo doveroso essere ascoltati. O, infine, se è figlia di un preconcetto nei confronti della caccia, è doppiamente inaccettabile e di questo ci ricorderemo.

Già alla fine di ottobre e di nuovo all’indomani dell’emanazione del Dpcm del 3 novembre, Federcaccia aveva chiesto un confronto con le Istituzioni. Su questo punto non intende recedere e ha rinnovato ancora l’istanza di un incontro con un rappresentante del Governo e dei Ministeri interessati, cui esporre non solo le nostre osservazioni e riflessioni, ma anche portare una proposta di buon senso che risolverebbe ogni difficoltà legata all’attuale Dpcm.

Proseguono poi i contatti e i confronti con il mondo parlamentare, ancora più fitti e costanti del solito in questi ultimi mesi, affinché si mantenga alta l’attenzione della Camera e del Senato su questo delicato tema. Analogamente, dal 4 novembre continuiamo a sollecitare una presa di posizione in sede di Conferenza Stato-Regioni, che ha il compito di adottare i Decreti sui territori e che conoscendoli può farlo in modo da rispondere alle esigenze e alle necessità dei cittadini e delle attività produttive. Meglio del Governo, le Regioni conoscono il ruolo assolutamente insostituibile dei cacciatori nella gestione della fauna, in particolare per il contenimento e la prevenzione dei danni all’agricoltura e sulle strade causati dalle specie problematiche, e quello di unico presidio nei confronti delle zoonosi come la peste suina, in grado di arrecare danni irreparabili alla nostra economia.

Un compito “sociale” al quale i cacciatori si sono sempre prestati con grande spirito di collaborazione e senso civico, ma che – è bene chiarirlo nettamente – non è possibile aspettarsi in un quadro generale che vede invece la categoria assolutamente non presa in considerazione nelle sue richieste basilari.

Nulla di quanto nelle nostre possibilità sarà lasciato intentato per dare alla caccia il riconoscimento e le attenzioni che merita, non chiedendo niente di impossibile, ma rigettando con forza l’approccio evidentemente punitivo con cui il tema venatorio è stato affrontato anche in questa occasione almeno da una parte ben nota della compagine governativa.

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia