Federcaccia Sicilia, donazione alla Protezione civile regionale

Donati 3.000,00 euro per gli ospedali siciliani. Il presidente regionale Giuseppe La Russa: “Il consiglio regionale e le sezioni provinciali hanno aderito all’iniziativa di Fondazione Sicilia”

Il Consiglio Regionale e le Sezioni Provinciali di FIDC Sicilia (Federazione Italiana della Caccia), accogliendo la proposta dell’associazione “Strada degli scrittori”, aderiscono all’iniziativa della Fondazione Sicilia che nelle scorse settimane ha avviato una campagna di raccolta fondi chiamata “SOS CORONAVIRUS SICILIA”.

La Fidc siciliana dona € 3.000,00, somma devoluta, in sintonia con tutto il consiglio regionale, al Dipartimento regionale della Protezione Civile, contribuendo così all’acquisto di beni strumentali per i pronto soccorso e gli ospedali siciliani, all’acquisto di dispositivi di protezione individuale per medici e paramedici e ad interventi strutturali per creare nuovi reparti di terapia intensiva.

“In linea con la solidarietà espressa in queste ultime settimane da FIDC Nazionale e da tutte le realtà regionali, provinciali e comunali di Federcaccia – dichiara il presidente regionale Giuseppe La Russa – anche noi in Sicilia abbiamo voluto dare un segnale condividendo l’impegno della Fondazione Sicilia a favore di tutti gli ospedali siciliani, rispondendo all’appello della Strada degli scrittori”. Aggiunge La Russa: “Siamo vicini in questo momento agli operatori della sanità e con il nostro piccolo gesto vogliamo esserlo ancora di più, tutti chiamati a testimoniare concreta solidarietà”.

LE NOSTRE RICETTE. Coniglio alla cacciatora

LE RICETTE DEI CACCIATORI/1. Piatto tradizionale, molto diffuso in tutta la Sicilia

La ricetta è molto semplice. Pulire il coniglio e tagliarlo a pezzi. Mettere in una padella l’olio e la cipolla, l’aglio e le carote. Fare soffriggere e poi aggiungere il coniglio per farlo rosolare. Aggiungere spruzzi di vino bianco e fare evaporare. Ed infine aggiungere le olive – verdi o nere – i capperi, la polpa di pomodoro e l’alloro. Si possono aggiungere, a piacimento, anche spezie profumate. Il tutto cotto a fuoco medio finché la carne del coniglio non è ben cotta. Il sugo, tra l’altro, può anche essere utilizzato per la pasta, soprattutto se fatta in casa.

INGREDIENTI (dosi per 4 persone)

1 coniglio, 600 gr. di polpa di pomodoro, 2 carote, 1 cipolla, 1 spicchio d’aglio, 1 bicchiere di vino bianco, olive, capperi, aromi e alloro a piacere, olio extra vergine d’oliva, sale e pepe quanto basta.

 

Eccoci in rete!

Il presidente regionale FIDC Giuseppe La Russa presenta la nuova veste grafica del sito

Giuseppe La Russa

Eccoci nuovamente in rete! Dopo tanti anni Federcaccia Sicilia ha voluto, in sintonia con tutte le sezioni provinciali, cambiare veste e migliorare il sito ufficiale della Federazione, considerate anche le nuove direttive sulla comunicazione portate avanti dalla Federazione Nazionale e dal responsabile dell’Ufficio stampa Dott. Marco Ramanzini.

Un nuovo sito che presenta meglio le nostre attività, quelle legate soprattutto ai tanti soci sparsi in tutto il territorio regionale. Siamo tanti, giovani e meno giovani, con tanto entusiasmo e soprattutto con la grande forza che ci contraddistingue, quello della passione per la natura e l’ambiente. La Caccia costituisce un’espressione culturale e sociale che ha accompagnato da sempre l’uomo nel corso del suo cammino. Essa è sicuramente momento di aggregazione e scambio culturale con gli altri appassionati.

Da un paio di mesi, come richiestoci dalla Federazione Nazionale, anche in Sicilia ci avvaliamo della collaborazione di un “comunicatore”, il Dott. Salvatore Picone, che ha già partecipato al suo primo incontro nazionale svoltosi a Roma lo scorso mese di novembre. In questo periodo storico soprattutto le pubbliche relazioni, la comunicazione in generale, è fondamentale.

Come vedrete, nel nuovo sito ci sono tante nuove pagine che richiamano le nostre passioni, la nostra storia, la nostra tradizione. Non solo leggi e regolamenti, direttive e progetti, ma anche la caccia vista dagli scrittori, dai poeti, dagli artisti. E dal racconto dei più anziani. La caccia, del resto, ha radici antiche. E per non dimenticare, ecco le nuove sezioni che offrono anche a chi non è cacciatore, uno “viaggio” diverso. Si è cacciatori a tavola e per questo abbiamo chiesto all’amico Pietro Tulumello di portarci “dentro” la sua cucina per offrire a tutti i lettori le sue ricette. Naturalmente questi spazi sono aperti a tutti. Scriveteci, inviate materiale. Sarà un piacere condividerlo con tutti Voi. Il nostro scopo è stare vicino a tutti i soci, ma non solo. Vogliamo estendere le nostre passioni a tutti coloro che amano come noi la natura.

Tra i nostri progetti futuri anche uno dedicato alle varie province della Sicilia. Uno spazio aperto alle varie sezioni per interagire meglio tra di noi e con tutti coloro che ci seguiranno anche attraverso i social.

Grazie e buona “navigazione”.

Giuseppe La Russa (presidente FIDC Sicilia)

Prorogata la chiusura della Beccaccia al 30 gennaio

SICILIA. UTILIZZANDO GLI STUDI FIDC LA REGIONE PROROGA LA CHIUSURA ALLA BECCACCIA

Slitta al 30 gennaio la data di chiusura per la caccia alla beccaccia. Un ringraziamento all’Assessore Edy Bandiera per avere accolto la richiesta del mondo venatorio siciliano e avere compreso le argomentazioni di Federcaccia Federcaccia Sicilia esprime grande soddisfazione e apprezzamento per il Decreto n.04/Gab del 09/01/2020 con il quale l’Assessore Bandiera ha prolungato fino al 30 gennaio la data di chiusura della caccia alla beccaccia. È il risultato di una stretta collaborazione tra le Associazioni che fanno parte della Cabina di Regia – Sicilia, l’Assessore Bandiera, il suo Staff Tecnico e il Dirigente degli Uffici del Servizio 3. Come si legge nel Decreto sopra citato, le motivazioni si fondano sulle pubblicazioni ottenute da Federcaccia e dai suoi ricercatori che da tempo lavorano nella direzione degli studi scientifici e che, ad esempio proprio per la beccaccia, sono stati fra i primi a impiegare tecniche all’avanguardia come la telemetria satellitare. Oltre a questo risultato, chiesto e atteso da tutti i beccacciai siciliani, la collaborazione instaurata con le istituzioni regionali ha consentito di effettuare per la prima volta il censimento del coniglio selvatico, che ha permesso di avere questa specie in Calendario.

Con l’occasione vogliamo ricordare che sono tre anni che viene portato avanti il Progetto Lepre assieme all’Assessorato all’Agricoltura, al Servizio 3°, all’Università di Palermo con il prof. Mario Lo Valvo e i ricercatori di Federcaccia. Questo lavoro ci porterà fra non molto ad avere in Calendario anche la lepre. La disponibilità che Federcaccia Sicilia ha mostrato quando è stata chiamata a dare il suo contributo per le note vicende del Calendario Venatorio 2018/19, mettendo in campo, per il bene comune dei cacciatori siciliani, le sue professionalità e i suoi ricercatori e tecnici, sembra finalmente portare i primi risultati. Risulta evidente che abbiamo gettato le basi per future proficue collaborazioni e siamo certi che con il nostro impegno e il nostro lavoro daremo ancora un importante contributo affinché si possano risolvere le tante problematiche esistenti.

FEDERCACCIA SICILIA FEDERCACCIA NAZIONALE UFFICIO STUDI E RICERCHE FAUNISTICHE E AGRO AMBIENTALI Documento: FIDC SICILIA BECCACCIA

Elenco cacciatori regionali ammessi per la stagione venatoria 2019/2020

Elenco cacciatori extra regionali ammessi per la stagione venatoria 2019/2020

Riforma referendum un grave pericolo…non solo per la caccia

La Cabina di Regia, formata dalle Associazioni Venatorie Riconosciute (Federcaccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Italcaccia, Ente Produttori di Selvaggina) e dal Comitato Nazionale Caccia e Natura, prende le distanze dalle ipotesi di riforma costituzionale del Referendum in discussione alla Camera ed invita i Cacciatori e la società civile tutta ad opporsi ad esse.

 

Roma, 21 gennaio 2019 – Le Associazioni Venatorie e il Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN), riuniti nella Cabina di Regia Unitaria del Mondo Venatorio, esprimono le più vive preoccupazioni per le ipotesi di riforma costituzionale dell’istituto del REFERENDUM, in discussione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.

È soprattutto la prevista ipotesi di riduzione del 25% del quorum di validità della consultazione referendaria a suscitare le maggiori riserve perché altera gli equilibri del sistema di democrazia previsto dai Padri costituenti e potrebbe portare a conseguenze gravi per tutti.

È vero che il REFERENDUM è la massima espressione della sovranità popolare che l’art. 1 della Carta pone a fondamento della nostra Repubblica democratica, ma la stessa norma subito aggiunge che il popolo “la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Con queste “forme” e questi “limiti” i Costituenti hanno dato contenuto al sistema di democrazia parlamentare del nostro Paese nel quale il potere legislativo, il più importante e complesso dei poteri dello Stato, viene esercitato, in nome del “popolo sovrano”, dai Deputati e Senatori, da questo liberamente eletti, nelle rispettive sedi del Parlamento.

I Padri costituenti sono stati particolarmente accorti e sensibili e, con l’istituto del REFERENDUM abrogativo, hanno restituito la “sovranità” al popolo anche dopo che l’iter di formazione delle leggi si è concluso presso le Camere e ha avuto l’imprimatur del Presidente della Repubblica. Lo hanno fatto però entro limiti di materia e a condizioni ben determinate, fissando un quorum partecipativo pari alla maggioranza degli aventi diritto al voto nell’elezione della Camera dei Deputati. Si è voluto così che l’intervento diretto dei cittadini nella funzione legislativa avvenisse in maniera ordinata, su temi in grado di suscitare l’interesse della maggioranza degli elettori, curando nel contempo che non si trasformasse in un mezzo di pressione demagogica al servizio di interessi particolari.
 

Alterare questo equilibrio, non solo dimezzando la soglia di validità della consultazione ma anche prevedendo, con il REFERENDUM propositivo, uno strumento di produzione attiva della Legislazione, significa minare alle basi il nostro sistema di democrazia parlamentare, che vedrebbe svilito il ruolo delle Camere, cioè dei massimi Organi in cui si esprime la “sovranità del popolo” nel suo complesso ed affiderebbe a minoranze, compatte e ben organizzate, le scelte legislative su ogni materia che si volesse colpire e ciò avverrebbe nei confronti di tutti. Sarebbe il 12,5% + 1 degli aventi diritto a decidere le sorti di tutti i cittadini italiani!

È fin troppo ovvio che le Associazioni Venatorie avvertano questa grave preoccupazione con maggiore intensità perché sono consapevoli di doversi confrontare in continuazione non solo con  il  vasto   mondo, ben   strutturato   ed  organizzato, delle   Associazioni   Ambientaliste   e Animaliste e degli Anti-caccia a priori che non conoscono, o non vogliono comprendere, i valori della caccia, le sue tradizioni, la sua utilità sociale e per la tutela dell’ambiente, la sua rilevanza per l’economia e molto altro, ma anche per il disinteresse a tali temi di gran parte della popolazione, soprattutto dei centri urbani, che certamente diserterebbe una più che probabile consultazione referendaria abrogativa della caccia, lasciando la scelta a una minoranza degli aventi diritto.

Come però si è già detto, la riforma ipotizzata avrebbe conseguenze di ben più ampia portata su cui occorre riflettere perché tutti, non solo i cacciatori, potrebbero subirne danni.

La Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie, mentre chiama a raccolta in un fronte comune tutti i settori che hanno a cuore i valori e la tradizione della caccia e la gestione dell’ambiente affinché si impegnino fin d’ora nel contrastare tali proposte anche solo favorendo la conoscenza dei loro effetti potenziali, invita tutti i settori della società civile ad opporsi ad esse per evitare che anche temi importanti, come quelli attinenti alle libertà civili, alla sanità, alle opere pubbliche, ecc. ecc. siano alla mercé di minoranze faziose, portatrici di interessi di parte, magari nel disinteresse della maggioranza dei cittadini che poi ne subirà le conseguenze.

La Cabina di Regia segnala inoltre alle forze politiche più consapevoli ed avvedute l’esigenza di vigilare affinché l’opera accorta e sapiente del Legislatore costituente non venga posta nel nulla con modifiche pericolose, se non distruttive, i cui effetti di sistema non sono, forse, oggi neppure immaginabili.

Per contatti: Cabina di regia unitaria del mondo venatorio

 

Email: cabina.regia.venatoria@gmail.com

DL Semplificazioni. Ritirati gli emendamenti in materia di caccia

Per fare leva sulla consueta emotività – e quasi totale mancanza di conoscenza della materia – di cittadini e larga parte della classe politica, li avevano al solito ribattezzati “emendamenti sparatutto”. In realtà si trattava soprattutto di chiarimenti e semplificazioni, appunto, destinati a risolvere motivi di contenzioso in ambito di regolamentazione venatoria.

Così adesso Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF – tutte a buon titolo non più associazioni ambientaliste ma dichiaratamente animaliste – possono esultare per il ritiro degli emendamenti che erano stati presentati al Senato dalla Lega in sede di conversione del decreto-legge “Semplificazioni”.

Cosa ci sia da essere soddisfatti per non aver consentito di chiarire a livello nazionale la ormai annosa questione dell’annotazione sul tesserino dei capi abbattuti o dell’impiego di personale formato sotto il controllo delle pubbliche amministrazioni per le operazioni di contenimento della fauna invasiva – leggi soprattutto cinghiali che continuano a provocare danni all’agricoltura, incidenti e morti – vorremmo essere in grado di capirlo anche noi e ci piacerebbe lo spiegassero ai cittadini, invece di nascondersi dietro trionfalistici comunicati da salvatori della Patria.

Ma ovviamente se ne guardano bene, non avendo argomenti che non siano le solite ragioni emotive e il consueto spauracchio di infrazioni europee mai realizzatisi in campo venatorio, mentre bene altra storia – ma questo se ne guardano bene dal dirlo – si ha in materia ambientale.

 

E noi – cittadini, prima che cacciatori – intanto continuiamo a pagare il conto di un animalismo senza senso e senza logica.

 

Roma, 22 gennaio 2019 – Federazione Italiana della Caccia

FIDC Sicilia commenta l’ordinanza del CGARS

In data 17 dicembre, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana si è espresso in merito al ricorso avanzato nei confronti della Regione da Legambiente Sicilia, WWF, e di quello delle Associazioni Venatorie. Nella Ordinanza emessa il Consiglio, rivedendo la decisione presa dal Tar Sicilia, accoglie parzialmente la domanda di sospensione del calendario venatorio siciliano per la stagione 2018-19 formulata in primo grado dalle Associazioni Ambientaliste per quanto concerne l’apertura della caccia alla piccola selvaggina e alla Quaglia, alla sospensione della caccia al Coniglio selvatico e alla chiusura della caccia a Cesena, Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Gazza, Ghiandaia e Volpe.

Il Consiglio ha respinto invece le ulteriori richieste di sospensione del Calendario Venatorio regionale formulate dalle Associazioni Ambientaliste, per quanto riguarda l’apertura della caccia alle specie Merlo, Gazza e Ghiandaia; per l’apertura della caccia alla Tortora e al Colombaccio e, ancora, relativamente alla data di chiusura della caccia alla Beccaccia.

In merito all’ordinanza e alla consulenza tecnica cui il Consiglio si è rifatto, Federcaccia Sicilia ritiene soddisfacente la decisione per la chiusura alla Beccaccia e in prospettiva per la pre apertura a Tortora e Colombaccio.

Chiaramente penalizzante la scelta del CGA per quanto riguarda la caccia al Coniglio, la chiusura ai Turdidi e per il futuro l’apertura alla Quaglia.

Tuttavia la collaborazione prestata da FIDC alla Regione Sicilia in questa fase è stata importante e Federcaccia Sicilia auspica il coinvolgimento della propria struttura e dei propri uffici tecnici per la stesura del Calendario della prossima stagione. In ogni caso la vertenza giudiziaria non è ancora finita, perché la parola ora ripassa al TAR per l’udienza di merito. FIDC e ANUUMigratoristi, Arci Caccia ed U.N. Enalcaccia P.T. sono intervenuti in giudizio e presenteranno tutti i lavori e le argomentazioni necessarie per modificare in meglio le decisioni del CGA per i cacciatori siciliani.

Federcaccia Sicilia. Bracconaggio: Indignarsi non ci basta più

Il bracconaggio una piaga devastante dettata anche da interessi economici. Ben vengano maggiori controlli, ma concentriamoci sulle emergenze

 

Abbiamo appena appreso la notizia dell’ennesimo atto di bracconaggio consumato ai danni di un esemplare di fauna selvatica protetta. Ancora una volta pare, ma vorremmo saperne di più e meglio, che la causa sia stata un colpo di fucile. In attesa di approfondire la notizia e avere maggiori riscontri necroscopici da parte dell’autorità siamo comunque sconcertati e indignati. Non è possibile che a pochi giorni di distanza dall’abbattimento illegale di un capovaccaio si debba lamentare la perdita di una rara aquila del Bonelli, vittima di un atto sconsiderato e apparentemente privo di ragione.

Ma una ragione va trovata e non possiamo pensare che questo ennesimo illecito sia frutto del caso. La caccia il giorno dell’abbattimento era chiusa, quindi non si può essere trattato dello “sbaglio” di un cacciatore, anche perché si tratta di un selvatico impossibile da scambiare per una specie cacciabile. 

Siamo quindi di fronte ad un atto di bracconaggio deliberato dettato molto probabilmente da interesse. Sul campo mercato del collezionismo un esemplare di rapace, soprattutto se raro, può valere una somma cospicua. Facile allora pensare che potrebbe trattarsi proprio di questo, anche se il bracconiere non è riuscito a recuperare la sua preda o alla vista del radiocollare o perché disturbato abbia preferito lasciarla lì.

Il Wwf chiede una task force contro il bracconaggio. Bene. Siamo d’accordo anche noi. Anzi, come cacciatori onesti e rispettosi delle regole offriamo massima collaborazione e chiediamo di essere coinvolti.

Ma deve essere una cosa seria, mirata, non una operazione di facciata che si risolve controllando tre volte nella mattinata lo stesso cacciatore in regola senza incidere là dove i reati sono perpetrati.

La posizione di Federcaccia, che siede al Tavolo antibracconaggio nazionale voluto dal Ministero, è da sempre questa: concentrarsi sulle emergenze conservazionistiche. 

Il Paese non ha fondi illimitati e non riesce spesso nemmeno ad assicurare la sicurezza pubblica nelle città, impossibile pensare che abbia fondi e forze per controllare tutto il territorio e proteggere dal fringuello all’aquila del Bonelli.

In questo momento bisogna concentrare le risorse per scongiurare i rischi maggiori. 

Chiudere l’attività venatoria non servirebbe a niente perché i bracconieri – e lo dimostra questo ultimo caso – non hanno calendario né orologio. E in moltissimi casi nemmeno una licenza di caccia. E se fossero i soli a girare nelle campagne per loro sarebbe addirittura più facile. Che la Sicilia sia un luogo di azioni illecite da parte di collezionisti di uova ed esemplari di rapaci vivi e morti è un dato assodato da molti anni. 

La lotta  al bracconaggio si deve quindi fare in quei luoghi e in quelle zone dove deve essere più incisiva la presenza dello Stato. Solo così potremo finalmente annientare una piaga che ci danneggia per atti che non abbiamo compiuto e che ci fanno ribrezzo.

comunicato

Dalla FIDC sdegno e condanna per l’uccisione del giovane capovaccaio

Appresa la notizia del rinvenimento  nei pressi di Mazzara del Vallo, in provincia di Trapani,  della spoglia di una femmina di Capovaccaio lanciata a Matera pochi giorni addietro,  la scrivente Federazione prende le distanze da questo atto di cruda barbarie ed esprime durissima condanna al deplorevole gesto commesso da un bracconiere con un fucile tra le mani.

Questo inqualificabile gesto suscita il più profondo sdegno e la più ferma condanna nella nostra Federazione e di chiunque, ed è la stragrande maggioranza, pratica l’attività venatoria in modo onesto e nel rispetto delle leggi e, nel contempo,  vanifica tutti gli sforzi fatti continuamente per riqualificare l’immagine della caccia nella società.

Auspico che il responsabile venga individuato e posto di fronte alle proprie responsabilità e garantisco agli inquirenti la massima collaborazione da parte nostra e dei nostri iscritti.

Anche se questo non sarà sufficiente a porre rimedio a un gesto esecrabile, sconsiderato e inutile, costituirebbe in ogni caso una risposta dovuta alla società civile e ancor prima alla grande maggioranza dei cacciatori rispettosi e consapevoli, che in queste ore stanno come me esprimendo la loro indignazione.

Tuttavia e proprio per questo non posso accettare, pur comprendendo l’amarezza che le ha generate, né come cittadino né come cacciatore che la nostra Regione venga definita come testualmente si legge “una sorta di gigantesco “buco nero” nel quale vengono inghiottiti ogni anno innumerevoli uccelli a causa di un bracconaggio intenso e diffuso”.

L’impegno della Federazione che rappresento è da sempre alto, concreto e convinto per educare e sensibilizzare tutti i cacciatori al rispetto di fauna, territorio e ambiente e ad una pratica consapevole, sostenibile e rispettosa delle leggi. La risposta del mondo venatorio è sempre andata in questo senso. Non è tollerabile che i gesti sconsiderati di pochi individui che non esito a definire delinquenti, gettino fango su una intera categoria di cittadini senza macchia.

Racalmuto, 12 Settembre 2018

 

                                                                                     Il Presidente

                                                                               Giuseppe La Russa